Riceviamo e pubblichiamo di seguito una "lettera aperta" firmata dal giornalista Fabio Pistoia, che spesso ci invia news e sue considerazioni che apprezziamo molto. Poiché l'argomento ha connotazioni che travalicano i confini del territorio della nuova grande città, ci permettiamo, però, un'osservazione. Ormai la globalizzazione economica ha colpito anche la politica, non ci sono più ideologie difese e ben delineate, chi ne mantiene viva ancora una flebile fiammella nel cuore, la tiene stretta e ben nascosta. Con la scusa del "progetto comune" si tende a passare sopra a tutte le porcherie commesse in passato in nome di questa o quella fede politica. In generale in ogni dove, almeno a livello locale, sono pochissime le liste che riflettono un'ideologia precisa, siamo nel marasma più totale, il problema (se così lo vogliamo chiamare) è ormai universale, ci si ricicla di continuo, quindi se pur c'è qualche "verginella" in giro, stia attento, gli "stupratori" con la faccetta d'angelo sono in agguato e ben disposti a mettere mano alla bisaccia piena di lusinghe, promesse, "buone intenzioni", magari anche "dollaroni", ma che possono nascondere però, ricattucci e minacce non tanto velate.
(L'immagine in alto è tratta dal "Codex Purpureus Rossanensis" e si riferisce al passo del Vangelo di Matteo riguardante vergini sagge e stolte, forse farebbe bene a molti rileggere quel brano e rifletterci su) (A.M.Cavallaro)
Lettera aperta: Promenzio, il nemico giurato del “partito delle Vergini”
“Giuseppe Graziano, Gino Promenzio, Flavio Stasi. Questi i tre candidati a sindaco del nuovo comune di Corigliano Rossano. Tre rispettabilissimi professionisti, con storie differenti e accomunati dal fatto di esser alla guida di ampie coalizioni, protagonisti della campagna elettorale appena iniziata e che culminerà con l’appuntamento alle urne di domenica 26 maggio.
Se il generale Graziano ha dalla sua uno schieramento con una identità politica di Centrodestra ben definita e coerente con il percorso politico intrapreso, nonché allargata a movimenti (in primis il suo “Il coraggio di cambiare”), discorso diverso va invece fatto per gli altri due contendenti alla carica di primo cittadino, il dottor Promenzio e l’ingegnere Stasi, entrambi espressioni del cosiddetto “civismo”. A parer di chi scrive è infatti in atto, soprattutto nelle ultime settimane, anzi negli ultimi giorni, una vera e propria sorta di tiro al bersaglio nei confronti di Promenzio, “reo” di esser poco o nulla civico e propositivo a differenza di Stasi, il nuovo che avanza. E il riferimento non è alla stampa, poiché ogni operatore dell’informazione ha il diritto-dovere di svolgere il proprio lavoro come meglio crede e senza censura alcuna, bensì a quanti, tra taluni sostenitori dell’avverso schieramento, sui marciapiedi come sui social, cercano di fare convergere gli altri sulle rispettive posizioni.
Promenzio sembra esser divenuto il nemico giurato di una nuova formazione politica recentemente sorta in città, il “partito delle Vergini”: donne e uomini autoproclamatisi freschi come una rosa, pronti a rappresentare l’alternativa all’ortopedico, colpevole, a loro dire, di aver “tradito” la sua area politica e culturale d’appartenenza, quella del centrosinistra, per aprirsi anche a quanti, legittimamente, provengono da altre esperienze e nutrono altre idee ma ne condividono il suo progetto per la città, ma anche di essere il simbolo della vecchia politica. Promenzio, quindi, è l’uomo delle contraddizioni e delle non-novità? Verrebbe da ricordare, a questo proposito, quello che il “Wall Street Journal” scrisse a Matteo Renzi: guarda a casa tua prima di parlare degli altri.
Non serve far nomi, basta dare uno sguardo a talune liste per rendersi conto che per il nuovo che avanza oggi alcuni vanno bene mentre ieri rappresentavano la peste, e viceversa. In “Civico e Popolare” convivono diverse idealità, come accade anche altrove. Con una differenza: Gino Promenzio non rilascia patenti di moralità a nessuno, tantomeno ai suoi antagonisti “di sinistra”, perché è rispettoso del pluralismo. Non rinfaccia loro che siedono insieme rappresentanti di Forza Italia con sindacalisti Cgil ed ex sindaci comunisti, ex consiglieri comunali dell’Amministrazione Genova o supporters di quella targata Geraci, né imprenditori (o loro portavoce) espressione del governatore Oliverio o che hanno portato in giro sul territorio, negli anni e in lungo e largo, i vari assessori regionali all’Agricoltura frattanto succedutisi, da Alleanza Nazionale al Partito Democratico poco importa. Pensa alla sua proposta, e questo è quanto basta.
Fare polemica politica è sacrosanto, seminare il dubbio e spacciarsi per “Vergini” è altra cosa. È infatti bello il manto virgineo dell’illibata. Ma basta un alito di vento e si vede la guepière”.
Fabio Pistoia