Continua il mio lavoro per risolvere i problemi che mi sono stati rappresentati dagli agricoltori che fanno parte del distretto Irriguo di Apollinara di Corigliano Rossano. In questi giorni ho risposto a quanto evidenziato dal dottor Massimo Gargano, presidente dell’Anbi nazionale che individuava come soluzione ai problemi di approvvigionamento idrico il rifacimento della conduttura. Gli ho comunicato una serie di osservazioni da sottoporre ad attenta analisi al fine della possibile mitigazione dei danni causati da una carente ripartizione delle risorse irrigue da parte del Consorzio di Bonifica dell’Alto ionio Cosentino avverso i propri consorziati. Contrariamente a quanto affermato dalla relazione del Consorzio alla quale Gargano fa riferimento nel suo scritto, il problema inerente la scarsa dotazione di acqua ad uso irriguo da parte dei Consorziati del Distretto di Apollinara, immancabilmente, si ripresenta ad ogni stagione irrigua con gravi ripercussioni per una porzione pari a circa un terzo degli utenti del suddetto distretto.
Le questioni poste in essere, a mio avviso invece, sono riconducibili a due tipi di problematiche che devono essere necessariamente analizzate, affrontate e che ad oggi non hanno avuto la necessaria risoluzione.
La prima riguarda il bacino di Apollinara situato nella parte superiore del borgo il cosiddetto “Cozzo di Apollinara” che, servito dalle acque provenienti dalla località Fedula in San Lorenzo del Vallo, ha dei volumi di acqua del tutto insufficienti a servire tre importanti Distretti irrigui in termini di colture arboree, quali quelli di Terranova da Sibari, Spezzano Albanese e gran parte del Distretto di Apollinara, ubicato in territorio di Corigliano Rossano. È evidente che i volumi di acqua rilasciati dal bacino in questione siano, in particolar modo nei periodi estivi, di più intensa richiesta di acqua, del tutto insufficienti per i terreni degli utenti sottesi e ricadenti nel distretto summenzionato. Tale situazione critica è ancor più evidente in considerazione della scarsa capacità di ricarico del bacino che viene alimentato tardivamente e non assolve, quindi, la funzione di dotazione irrigua adattata alle necessità degli utenti consorziati.
La seconda questione, e su questa è possibile fin da ora intervenire al fine di preparare nell’immediatezza della nuova stagione irrigua il distretto di Apollinara, riguarda la condotta che originariamente era denominata “Quota 40” che, ricevendo le acque provenienti dalla diga dell’Esaro, è al servizio di una utenza dislocata nel comprensorio basso di Spezzano Albanese fino a tutto il bacino di Apollinara. La condotta del diametro di 300 mm è ubicata parallelamente al corso dell’argine golenale del Fiume Coscile e copre i 2/3 del Bacino. In particolare, la parte alta del distretto è attraversata dalla Sp 178 e fino al centro abitato del borgo di Apollinara ha a servizio degli usi irrigui, dei consorziati del distretto, una condotta del diametro di mm 300 su cui sono innestate le prese d’acqua secondarie necessari alla irrigazione di ciascun utente. Nel prosieguo della linea idrica nella parte inferiore del distretto di Apollinara e fino al Ponte della Ss 106 con diametri della condotta da 200 mm fino alla residuale di 110 mm, diventa oltremodo difficile, in considerazione delle innumerabili prese d’acqua derivanti dall’eccessiva frammentazione dei terreni, dal mancato rispetto dei turni di consegna da parte degli utenti, dalla carente conoscenza del bacino idrico da parte del personale stagionale addetto alla turnazione e alla dispensa dei volumi idrici, nonché dall’esistenza di prese d’acqua abusive lungo la condotta, avere un sufficiente volume di acqua irrigua e il rispetto dei turni stabiliti da parte degli utenti dislocati nella parte più bassa del Distretto oggetto della discussione.
Tralasciando per il momento l’importante progetto di cui si parla di rifacimento della condotta, il cui supporto degli Enti interessati è prioritario, la cui realizzazione e gli obiettivi che intende raggiungere sono da me interamente condivisi ma che, necessariamente, non risolverà in tempi brevi le spettanze degli utenti interessati, chiedo di intervenire nella porzione della condotta deficitaria con un intervento di collegamento in modo da ripristinare la continuità del diametro originario, intervento che possa considerarsi alla stregua di un opera e servizio di bonifica, così come contemplato nelle attività di cui all’Art. 3 comma 1 della L.R. 23 luglio 2003, n. 11.
In subordine e per il miglioramento del servizio sarebbe auspicabile e necessario il rispetto delle turnazioni e la dispensa dei volumi idrici in proporzione alle effettive necessità colturali, prevedendo anche, ai fini di un corretto utilizzo della risorsa acqua l’impiego di contatori volumetrici che consentirebbero di pagare il corpo idrico in funzione dell’effettivo uso e verificare in tal modo il volume di utilizzo complessivo per l’intero distretto irriguo.
Senatrice Rosa Silvana Abate
Capogruppo M5S in Commissione Agricoltura