Non può essere stabilito in modo univoco cosa ci abbia reso attivisti 5 Stelle: ognuno di noi ha una formazione antecedente alla costituzione del MoVimento, un percorso all’interno dei meetup e delle peculiarità che hanno diversificato il contributo di ognuno.
Certo è che siamo Attivisti del Movimento 5 Stelle e nella nostra famiglia, con queste diversità cucite addosso e vissute come momento di crescita e non occasione di contrasto, ci ha unito il coraggio, la voglia di cambiamento, lo schifo per anni di dittatura centrista, l’intraprendenza, l’umiltà.
Disprezziamo le sedi di partito, perché all’interno di esse si rischia di perdere il contatto con la gente finendo per credersi degli eletti, di affiliarsi come nelle peggiori masso-mafie isolando il più debole, di spartirsi tutto tra compari per quieto vivere.
Disprezziamo la campagna elettorale piena di sfarzi hollywoodiani, perché convinti che il programma debba essere scritto ascoltando la gente con l’atteggiamento di servitori. E riteniamo che i mandati non debbano essere più di due: la politica è uno sport di squadra in cui le prestazioni del singolo valgono a ben poco.
Riteniamo che una donna che denunci un abuso sessuale lo faccia perché non consenziente, e che nessuno possa dirsi incoraggiato - dunque autorizzato - dal modo di vestire, di parlare, di porsi, dalle circostanze ambientali.
Siamo Attivisti del movimento 5 stelle e nella nostra famiglia democratica e libera abbiamo accolto e ascoltato tutti, forti dell’idea di democrazia diretta che deve sempre passare da un confronto, una votazione, una maggioranza.
Non amiamo la giacca e la cravatta: siamo scomposti, irruenti, induriti dalla strada, dai mercati rionali, dalle bettole, dalle discariche, dalle sale d’attesa. Il nostro linguaggio è carico di parolacce, perché il tempo è prezioso e non si spreca in chiacchiere per camuffare con interminabili voli pindarici un rapido vaffanculo. Non siamo mai stati diplomatici.
Siamo Attivisti del Movimento 5 Stelle, e nel 2018 abbiamo votato dei portavoce al Parlamento per essere espressione delle base e per alzare il culo dalla poltrona se necessario, non certo per trasformare i nostri sforzi in un partiticchio del 2%. A fine 2020 abbiamo votato i nuovi emendamenti agli Stati generali, Conte non era menzionato né ci è stato chiesto di votare per un assetto “presidenziale”.
Le vicende di questi mesi, seppur tristi, hanno portato fuori i tanti caini, impostori, truffatori e arrivisti: democristiani di serie B travestiti da rivoluzionari, squallidi topi sulla nostra nave, che ci hanno scippato i simboli e il nome per fregarsi pochi altri mesi di stipendio.
Chi ha ottenuto il Reddito di Cittadinanza è sempre stato considerato libero di votare secondo la propria coscienza, siamo Attivisti del Movimento 5 Stelle e non abbiamo mai fatto affidamento a quella fetta di elettorato. Il Reddito di Cittadinanza è per noi Diritto, Dignità ma soprattutto Libertà. Che nessuno si faccia intimorire dal lo metto-lo tolgo-lo difendo-lo ripropongo dei dimaiani-oggi-contiani.
Loro, quegli altri, una sola cosa possono tenersi: l’appellativo di “grillini” e la nuova accezione; e possono tenersi Grillo, il cabaret e le sue teorie sui festini. Non tutte le ciambelle purtroppo ci sono riuscite col buco.
Le bandiere invece ci appartengono ancora, ed esse noi ancora apparteniamo.
Siamo la grande famiglia di Casaleggio. Noi, gli Attivisti del Movimento 5 Stelle.