ROMA – In un momento in cui si pensa e discute solo dell’elezione di quello che sarà il futuro Presidente della Repubblica, si continua a tralasciare la grave crisi economica che sta attraversando la Nazione e, in particolare, la piccola e media impresa. L’anno appena cominciato, infatti, parte male a causa delle scelte del Governo italiano che continua a perpetrare il vecchio andazzo. Purtroppo anche la Legge di Bilancio entrata in vigore il primo gennaio, così come gli ultimi provvedimenti emanati da un anno a questa parte, poco o nulla di buono porta ai piccoli e medi imprenditori, soggetti da sempre al centro del mio agire politico.
La manovra, infatti, non va incontro ai giovani, non dà risposte ai lavoratori, non supera i danni causati dalla Riforma Fornero e, soprattutto, non va nella direzione dei reali bisogni del Paese.
Un esempio su tutti è la bocciatura dell’emendamento presentato su indicazione dei lavoratori della GKN mentre l’accozzaglia della maggioranza ha scelto, invece, quello proposto dal Governo e redatta dal ministro del Lavoro Andrea Orlando e dalla viceministra dello Sviluppo Economico Alessandra Todde. Una scelta che ha ignorato le ripetute richieste degli operai che la ritenevano una misura iniqua mirata al solo vantaggio delle aziende. L’ennesimo provvedimento che va dalla parte di Confindustria e delle multinazionali.
Una situazione già vista nelle ultime leggi emanate e di cui troviamo diversi esempi nel settore dell’agricoltura. Entrando nel dettaglio delle misure in materia agricola, nella Legge di Bilancio, salta subito all’occhio il fatto che vi sono pochi interventi rispetto ad un settore che importantissimo per il Paese (l'agricoltura e l'agroalimentare rappresentano un quarto del Pil italiano), ancor di più durante i mesi più duri della pandemia quando, senza fermarsi, ha garantito cibo alla nazione per andare avanti. Se da un lato il Governo dice di aver investito molto in agricoltura, andando a vedere i dati, la realtà è molto diversa. Manca, a mio avviso, una visione strategica per il settore e, agendo solo in funzione delle emergenze, si sta facendo il gioco dei grandi gruppi e delle multinazionali.
Il Ministro Patuanelli è completamente sordo alle richieste del comparto e in particolare della filiera ortofrutticola che, a causa dell’aumento delle materie prime e delle variazioni climatiche, è in forte e seria difficoltà motivo per cui aveva chiesto, attraverso una serie di emendamenti da me presentati, sia la proroga della cambiale agraria che una serie di misure a favore della decontribuzione. Altro grande assente dalla scena politica è il sottosegretario Battistoni, che ha la delega all’ortofrutta e che al momento non ha preso parte assolutamente alla questione.
Nell’attuale “Governo dei migliori” il Parlamento e le Commissioni sono completamente esautorati dalle proprie funzioni previste dalla Costituzione. Come abbiamo potuto vedere anche con l’approvazione dell’ultimo decreto sull’emergenza Covid, tutto viene calato dell’alto senza permettere alle Camere di lavorare sui testi. Vengono persino eliminati dalle versioni finali dei provvedimenti anche emendamenti votati a maggioranza nelle commissioni di competenza. La stessa strategia è stata usata per l’approvazione del Pnrr ed è il caso, soprattutto, del Piano strategico nazionale, presentato nei giorni scorsi alla Commissione europea per l'attuazione della prossima Pac – la Politica agricola comune – dal Ministro Patuanelli. Il responsabile del Mipaaf è stato diverse volte in Commissione Agricoltura al Senato ma ha fatto le sue scelte portando avanti i relativi tavoli al Ministero senza definirci bene indirizzi, obiettivi, mezzi e priorità e, quindi, non conoscendo il testo definitivo, non sappiamo ancora dove si sta portando l’agricoltura italiana.
Appena avremo modo di leggerlo mi riservo di commentarlo nel dettaglio. Certamente è sotto gli occhi di tutti l’assurda situazione che vivono le piccole e medie imprese agricole, e in particolare il settore dell’ortofrutta, che si trova davanti ad un grande crisi che al Ministero nessuno vuole risolvere realmente perché vengono puntualmente disattesi quegli impegni presi nei confronti dei produttori nel corso degli incontri fatti sia col Ministro che con i funzionari.
Tutto ciò è conseguenza del fatto che siamo ormai in balia di un Governo di abusivi che non rispecchia la volontà espressa dagli elettori alle elezioni Politiche del marzo 2018 e, con continue scelte perverse, più va avanti, più peggiora la situazione della nazione e dei cittadini tanto da rischiare lo scoppio di gravi conflitti sociali.
Roma, 15 gennaio 2021
Rosa Silvana Abate Senato – Gruppo Misto – Capogruppo Commissione Agricoltura