.I socialisti di Cassano, dopo essere stati fulminati sulla via di Damasco, hanno imparato il latino, ma sono lontani anni luce dall'imparare le regole della buona educazione. Ne è prova un chilometrico scritto, zeppo di insulti, bugie e frustrazioni personali, nel quale si arriva a strumentalizzare finanche la persona del vescovo, ad ogni piè sospinto inopportunamente tirato in ballo quasi come emblema di una parte politica. Una mancanza di rispetto che è solo una parte del festival degli insulti nei confronti di numerosi cittadini, a dimostrazione dell’impossibilità di un confronto civile e democratico sui temi di interesse generale con i signori della maggioranza, pronti a sfoderare in ogni momento i peggiori insulti e le più meschine bugie col solo intento di distruggere la figura di Gianluca Gallo. Una sorta di ossessione patologica, che non può essere più tollerata e che può essere spiegata solo col complesso di inferiorità che l’attuale amministrazione comunale evidentemente soffre nei riguardi di quelle che la hanno preceduta.
Basterebbe questa constatazione per rispondere al delirante poema dei consiglieri comunali di maggioranza. Basterebbe ricordare loro la retromarcia sul depuratore di Bruscate, che non è stato sequestrato solo per 24 ore, per come improvvidamente il sindaco si era spinto ad affermare, in aperta contraddizione con l’esito delle indagini lodevolmente portate avanti da Guardia Costiera e Procura. Basterebbero alcuni numeri: 10.371.568,81, che sono gli euro che ci sono voluti per soddisfare la montagna di debiti dei quali i creditori chiedevano, legittimamente, di essere soddisfatti per le scellerate e allegre amministrazioni degli anni Ottanta, di cui l'attuale sindaco era parte
Ecco il risultato che irrita particolarmente l'attuale amministrazione: avere un passato di cui non poter andar fieri ed al quale altri hanno dovuto porre rimedio, chiudendo una stagione fallimentare oggi purtroppo riaperta e testimoniata, ad esempio, dagli incarichi professionali affidati all’esterno, mortificando le professionalità presenti in Comune, premiando con tempi pieni tutti coloro i quali fanno parte del cerchio magico del Sindaco e mortificando tutti gli altri. Un vero e proprio insulto a tanti padri e madri di famiglia che hanno la colpa di avere idee politiche differenti da quelle del Sindaco. Il tutto mentre nelle stanze dei bottoni opera lo strapagato staff del sindaco, impegnato a scrivere comunicati, a contare i like sui social network, a scattare le foto e i selfie in spregio a tanti che purtroppo sono senza lavoro.
La misura è davvero colma. Una macchina di propaganda e odio che gira a pieno regime per nascondere le deficienze del presente ed occultare i buoni risultati del passato, con la tiritera dell’arena centrale e della villa comunale. Dimenticando volutamente i tanti risultati colti (valsi una rielezione a furor di popolo al primo turno nel 2009) ed i tanti finanziamenti lasciati in eredità all’attuale amministrazione. Tra i tanti fondi per i Contratti di Quartiere, i 250.000 euro per i depuratori, probabilmente male utilizzati dagli attuali amministratori visti i sequestri giudiziari estivi, ed i fondi Pisl coi quali è stata rimodellata parte di Marina di Sibari. Opera che il sindaco rivendica come propria senza accorgersi di valorizzare così proprio l’operato dei tanto vituperati predecessori. Cosi come, certificato dai responsabili del settore tributi e finanziario, gli accertamenti Ici: sono stati sempre effettuati dal 1999 in poi. Se Papasso non ne è convinto come ripete, deve immediatamente denunciare alla Corte dei conti per danno erariale i dirigenti del servizio finanziario. Altrimenti ci risparmi le chiacchiere ed usi il suo tempo magari per ricordare le sue cattedrali nel deserto, quelle create durante i magnifici (per lui) anni Ottanta e risanate e recuperate proprio dalle giunte Gallo: su tutte il teatro di Cassano e la sala convegni di Sibari.
Insomma, se si ama questa città come si va urlando ai quattro venti, se si crede nel messaggio evangelico al punto da aver fatto di Papa Francesco uno slogan e del vescovo una bandiera, è arrivato il momento di cambiar registro. Di dimostrare coi fatti il cambiamento che ci si vanta di essere. Di essere coerenti con una situazione grave, in cui il Comune che ha ospitato il Santo Padre è oggetto di verifiche per verificare la possibile sussistenza di condizionamenti mafiosi.
È arrivato anche il momento di smetterla col populismo da quattro soldi, insultando chi – senza violare alcuna legge né rubando alcunchè né accumulando fortune – ha legittimamente lavorato in strutture regionali. Si dovrebbe forse ricordare, per stare su questo livello, che lo stesso Papasso sia stato per anni nella struttura dell’on. Luigi Incarnato e dal 1999 in quella del commissario per l’emergenza ambientale ? Si dovrebbe sottolineare come anche una degli assessori che firma comunicati contenenti queste accuse sia stata ben oltre tre mesi parte della struttura del gruppo regionale dell’allora consigliere Gianluca Gallo, mentre oggi siede in giunta tra coloro che attaccano quell’esperienza amministrativa di cui lei è stata parte integrante? Si dovrebbe magari evidenziare come a muovere tali accuse sia un sindaco che si professa francescano e che però si permette uno staff con tre addetti stampa, un fotografo , un’autista, due segretarie, una supervisore?
Si potrebbe, ma non ci interessa. Non è il terreno sul quale, per amore di Cassano, intendiamo confrontarci. Se ci tengono, lo facciano il sindaco ed i suoi consiglieri.
Movimento La Calabria che vuoi
Elda Cosenza
Consigliere Comunale di minoranza